Il Pastificio Tortora, non è enorme, però da anni fa della qualità il baluardo con cui combattere e vincere la sfida del mercato globale. Quindi, la pasta di qualità campana, anche se ciò potrebbe essere sconosciuto ai più, non è solo di produzione gragnanese. In quel dei Picentini, a pochi chilometri da Pontecagnano, sorge uno stabilimento dove la passione per il cibo e la dedizione al lavoro sono da sempre gli unici fili conduttori che consentono (e non solo a questa piccolarealtà della nostra regione) di andare avanti. E pure a testa alta. Mentre in giro non si fa altro che parlare di crisi e difficoltà di vario genere, gli imprenditori campani, armati unicamente di buona volontà e determinazione, si impegnano quotidianamente per far fruttare i loro sacrifici. Un esempio èproprio Carlo Tortora. Classe 1960 e padre di due figli, non ama starsene troppo nella cabina di regia della sua azienda e odia trattenersi in ufficio,ma preferisce essere operativo con i suoi ragazzi. Così, da oltre un decennio,ha trasformato il suo amore per la pasta in un’attività di successo.Imprenditore impegnato in altre settori, ha visitato la capitale dell’orogiallo, Gragnano, cercando di capirne di più di quel fantastico universoagroalimentare d’eccezione e puntando tutto su quello che ama definire “il prodotto principe dell’enogastronomi mediterranea”. Produttrice di fresco esecco, la sua è una struttura accogliente dove la cortesia è davvero di casa.Un’azienda a conduzione familiare, pulita e coccolata nei minimi particolari;tutti i passaggi sono accuratamente seguiti dal proprietario che da mattina asera non si risparmia per verificare che tutto fili secondo i suoi dettami. Lasua supervisione, tuttavia, non è mai invadente. E la sua scelta è chiara. Si faarrivare direttamente dalla Puglia e dal Molise le migliori semole di granoduro del Tavoliere (in particolare, quella di Altamura) dove il triticum durumancora rappresenta un prodotto speciale ricco di vitamine, proteine e saliminerali dalla cui solerte lavorazione vengono realizzati molteplici formati,tutti trafilati in bronzo. L’essiccazione, quasi naturale, avviene a 30/40° C per un periodo che va dalle 8 alle 24 ore in modo che la pasta conservi tutto il suo sapore. I metodi, quindi, sono tutti artigianali ma non è esclusoneppure il contributo delle più moderne tecnologie che consentono, tra l’altro,la pastorizzazione al vapore, l’immediato confezionamento del fresco inatmosfera modificata e la sterilizzazione del prodotto finito. La produzione siattesta sui 1.200 chilogrammi al giorno (di cui circa mille vengono esportatiall’estero) per il secco e sui 3mila per il fresco, suddivise in ben 30 referenze per la prima tipologia e 27 per la seconda.