Tutto iniziò a Zugo, cittadina svizzera capitale dell’omonimo cantone, negli ultimi anni del 1800 per volontà del fondatore Michael Städlin, discendente da un’antica famiglia di mugnai. Ma questa, forse, è un’altra storia. Quello che realmente ci interessa è il domani. Alle pendici del Gasometro, nell’ ex zona industriale capitolina per eccellenza, colonizzata da acciaio e ghisa e rivitalizzata dalla creatività umana più mirabile, nasce lo Städlin, il nuovo centro polifunzionale che si propone di ridisegnare la geografia intellettuale del Ponte di Ferro. Inserito sotto il livello stradale che collega Ostiense e Portuense, in un contesto ad ampio respiro sociale e fermento culturale, Städlin riversa all’interno delle sue mura la memoria storica del quartiere che lo ospita: cura del particolare, avvenirismi alcolici e non, un ricercato food menù si fondono con le migliori realtà musicali emergenti, amplificate da un sound system su misura e un’architettura minuziosa nel suo essere marcatamente underground nella quale confluiscono e confluiranno le esposizioni più perverse e seminali che l’attuale scena artistica saprà riservarci. Un ibrido di furore estetico, situazionismo e svago adatto ad ogni tipo di cervello pensante. Al suo interno troverà spazio anche lo storico Ultrasuoni, il record shop più amato della capitale che, dopo anni di cuori infranti tra i vicoli del quartiere Monti, impacchetta i suoi vinili e si trasferisce sull’altra sponda del Tevere per una nuova, emozionante avventura.
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